Il 6 luglio 2024 è stata inaugurata Cromagrafie 1984 – 2024 mostra personale di Mintoy alla presenza dell’artista, della curatrice, Antonella Prota – Giurleo, del sindaco Giuseppe Sormani, del musicista Gampaolo Verga e della performer Afra Crudo.
La mostra è rimasta aperta sino al 28 agosto, Si è riscontrato un notevole interesse di pubblico sia durante l’inaugurazione che nei giorni di apertura successivi.
Mintoy, il cui nome rimanda all’antichità sarda, ha studiato pittura e scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
L’ artista basa la sua ricerca sull’analisi cromo analitica. Nel corso della sua carriera Mintoy ha esposto le sue opere in numerose mostre, sia personali che collettive. Particolarmente interessanti, tra il 1990 e il 2000, le mostre con ARTE STRUKTURA, la fondazione con G. Alviani della galleria STARTER Onlus e la partecipazione a mostre tra le quali rilevanti quelle in Polonia, la presenza alla 2a Sharrijh Biennale d’arte degli Emirati Arabi e alla Biennale d’Austria nel 2002, l’esperienza del gruppo Pentalogos, che Mintoy promuove e al quale partecipa, con mostre in Italia, Romania, Turchia, Germania e Argentina.
Negli anni più recenti Mintoy si è dedicata prevalentemente alla ricerca fotografica. Per le sue Cromagrafie, utilizza sofisticati mezzi espressivi, dalla spettrometria alle fotocamere agli infrarossi. ‘‘Attraverso l’utilizzo di una termocamera rilevo fotografie utilizzando una tecnica che si definisce TERMOGRAFIA, è una tecnica di analisi non distruttiva che si basa sull’acquisizione di immagini nell’infrarosso. Le immagini sono associate al concetto di COLORE/CALORE. Tutti gli oggetti emettono spontaneamente radiazioni nella banda dell’infra (sotto) rosso, che è la banda elettromagnetica inferiore a quella della luce visibile; aumentando la temperatura il picco di emissione si sposta sempre più verso il visibile’. In queste immagini catturo l’invisibile e, attraverso il colore e il calore, entro nella dimensione del SESTO SENSO’’
Le opere recenti di Mintoy sono esposte sia nei Photofestival che in gallerie e rassegne d’arte fotografica.
Vedere le opere pittoriche, i disegni e i lavori fotografici, le une accanto agli altri, significa non solo comprendere un percorso artistico, rilevare somiglianze che si mostrano continue pur nelle differenze tecniche, ma entrare nella materia, nella carne, soggetto difficile, che rimanda alla morte, al disfacimento e che appare viva attraverso pennellate e tracce colorate di luce calore.
Libera riduzione dell’articolo Mintoy Puledda Piras pubblicato sulla rivista Noi donne del 7.6.2024